I principali controlli ai quali devono soddisfare le preparazioni iniettive (per i saggi specifici si rimanda alla F.U.), ne definiscono anche le carattteristiche.
Si definisce isotonica una pressione osmotica pari a quella esercitata dal liquido extracellulare attraverso le membrane cellulari. La concentrazione isotonica è solitamente riferita al sangue umano: l'isotonia rispetto ai globuli rossi è prodotta da una soluzione allo 0.9% di NaCl in acqua (soluzione fisiologica). Poiché le membrane biologiche non sono ideali, una concentrazione iso-osmotica col sangue non produrrà necessariamente una pressione osmotica isotonica e viceversa.
La tabella seguente (F.U.) elenca le sostanze con le loro rispettive concentrazioni (osmol/L) isosmotiche ed isotoniche rispetto ai globuli rossi umani ed alla congiuntiva umana. Queste soluzioni possono essere usate come veicolo isotonico anche per i medicamenti di cui non si conoscano le caratteristiche di diffusibilità attraverso le membrane cellulari e quindi la pressione osmotica esercitata rispetto alle cellule con cui le soluzioni (da esse prodotte) verranno in contatto. Infatti, se un farmaco non è diffusibile attraverso la membrana cellulare, la soluzione risultante è ipertonica e quindi generalmente ancóra tollerata dal punto di vista osmotico (fino a 2 - 3 volte l'isotonica). Se invece il farmaco diffonde attraverso la membrana cellulare, si ottiene evidentemente una soluzione isotonica.
sostanza | P.M. | iso-osmot. | isotonica |
sodio cloruro | 58.44 | 0.90 | 0.91 - 0.93 |
sodio bicarbonato | 84.01 | 1.39 | 1.3 - 1.4 |
sodio fosfato bisodico | 358.14 | 4.62 | 3.2 - 3.4 |
sodio citrato | 294.10 | 3.44 | 2.6 -2.8 |
sodio solfito | 322.19 | 3.65 | 3.4 - 3.8 |
calcio cloruro | 147.07 | 2.50 | 2.4 - 2.6 |
calcio lattato | 308.30 | 6.36 | 6.2 - 6.5 |
glucosio | 198.17 | 5.51 | 5.5 - 6.5 |
saccarosio | 342.30 | 9.25 | 9.0 - 9.5 |
mannite | 182.17 | 5.07 | 5.0 - 5.1. |
la fig a destra rappresenta schematicamente i fenomeni di sintering e ripening di Ostwald. a) sintering: particelle individuali si combinano in un aggregato delimitato da interfacce che le separano le une con le altre; b) ripening: varie particelle si agglomerano in un insieme unico. Entrambi i processi avvengono con riduzione della superficie delle particelle disperse. |
Un'alternativa all'uso di cosolventi e tensioattivi è costituita dai sistemi colloidali costituiti da emulsioni o liposomi veicolanti il farmaco insolubile in acqua. Tra i sistemi colloidali si possono includere le nanosospensioni: dispersioni in adatto veicolo di particelle solide con dimensioni medie non superiori a qualche centinaio di nanometri (ben sotto la soglia dei 6 mm). Particolarmente le formulazioni in nanotecnologia, però, hanno uno svantaggio rispetto alle emulsioni o le micelle lipidiche: la loro struttura non rigida, infatti, ne consente una certa deformazione, permettendo loro di attraversare anche capillari di sezione inferiore al proprio diametro. Un altro problema delle nanosospensioni è la reciproca aggregazione delle particelle, fenomeno che si può contrastare con agenti tensioattivi per formulazioni iniettive (es. fosfolipidi, poloxomeri e polisorbato 80). Questa aggregazione nota come "Ostwald sintering e ripening" è illustrata schematicamente nella figura a fianco.
I principali aspetti critici connessi con la somministrazione iv di nanosospensioni sono costituiti da embolia polmonare, irritazione vascolare, flebiti, ecc. Ed a questi problemi si aggiunge la possibile formazione di polimorfi durante il processo produttivo; inoltre la sterilizzazione mediante filtraggio non può essere applicata per la possibile occlusione dei filtri.
CELESTONE CRONODOSE®: è costituito da betametasone fosfato disodico e betametasone acetato in veicolo acquoso. Il betametasone fosfato disodico presente come fase soluta, garantisce una pronta risposta terapeutica. Il betametasone acetato presente in sospensione come fase dispersa, permette un effetto protratto per qualche giorno.
DEPO MEDROL®: è costituito da metilprednisolone acetato in sospensione acquosa. In questo caso, i livelli terapeutici si mantengono per circa 10 gg e quindi, l'impiego terapeutico è adatto al trattamento di fatti infiammatori non episodici (rinite allergica, vasomotoria, ecc.) o cronici.
Entrambe le specialità sono sostanze ormonali: in questo caso, il rilascio del farmaco è parzialmente modulato dal ritmo circadiano di secrezione surrenalica, che prolunga ulteriormente la permanenza nell'organismo. D'altra parte, in caso di problemi di carattere clinico, le forme ritardo hanno lo svantaggio di non permettere l'immediata sospensione dl trattamento (fanno eccezione i sistemi transdermici); in questo caso, si può, per quanto possibile , con limitati risultati, ricorrere a mezzi che aumentino l'escrezione renale per accelerare l'eliminazione del farmaco.
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Marcello Guidotti, copyright 2003 - 2009
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