preparazioni iniettive

Le soluzioni iniettabili possono essere costituite da soluuzioni, sospensioni o emulsioni sterili, confezionate in contenitori chiusi e destinate ad essere somministrate per via sottocutanea, intramuscolare o endovenosa.

I principali controlli ai quali devono soddisfare le preparazioni iniettive (per i saggi specifici si rimanda alla F.U.), ne definiscono anche le carattteristiche.

infermiera con iniezioneI veicoli usati per le preparazioni iniettabili sono l'acqua e gli olii vegetali (di oliva, di sesamo, di mandorle dolci, di arachidi o di semi di cotone) e devono mantenere le loro caratteristiche chimico-fisiche anche dopo la sterilizzazione.
Si usano anche veicoli quali la glicerina, il polietilenglicole, il glicole polietilenico, l'oleato di etile. Per aumentare la stabilità ed assicurare la sterilità, si possono aggiungere additivi (tamponi, agenti solubilizzanti, antiossidanti, antibatterici): devono essere attivi a bassa concentrazione, non devono interferire con il farmaco né influenzare i suoi saggi specifici.

preparazioni per via endovenosa

I farmaci destinati alla somministrazione endovena devono essere idrosolubili alla concentrazione attiva: se il farmaco è solubile in acqua si usano soluzioni acquose isotoniche (se è instabile in acqua si usa una polvere da solubilizzare al momento dell'uso): se è insolubile, si può cercare di ottenere modificazioni molecolari che lo rendano solubile senza alterarne le proprietà farmacologiche.

Si definisce isotonica una pressione osmotica pari a quella esercitata dal liquido extracellulare attraverso le membrane cellulari. La concentrazione isotonica è solitamente riferita al sangue umano: l'isotonia rispetto ai globuli rossi è prodotta da una soluzione allo 0.9% di NaCl in acqua (soluzione fisiologica). Poiché le membrane biologiche non sono ideali, una concentrazione iso-osmotica col sangue non produrrà necessariamente una pressione osmotica isotonica e viceversa.

La tabella seguente (F.U.) elenca le sostanze con le loro rispettive concentrazioni (osmol/L) isosmotiche ed isotoniche rispetto ai globuli rossi umani ed alla congiuntiva umana. Queste soluzioni possono essere usate come veicolo isotonico anche per i medicamenti di cui non si conoscano le caratteristiche di diffusibilità attraverso le membrane cellulari e quindi la pressione osmotica esercitata rispetto alle cellule con cui le soluzioni (da esse prodotte) verranno in contatto. Infatti, se un farmaco non è diffusibile attraverso la membrana cellulare, la soluzione risultante è ipertonica e quindi generalmente ancóra tollerata dal punto di vista osmotico (fino a 2 - 3 volte l'isotonica). Se invece il farmaco diffonde attraverso la membrana cellulare, si ottiene evidentemente una soluzione isotonica.

sostanza P.M. iso-osmot. isotonica
sodio cloruro 58.44 0.90 0.91 - 0.93
sodio bicarbonato 84.01 1.39 1.3 - 1.4
sodio fosfato bisodico 358.14 4.62 3.2 - 3.4
sodio citrato 294.10 3.44 2.6 -2.8
sodio solfito 322.19 3.65 3.4 - 3.8
calcio cloruro 147.07 2.50 2.4 - 2.6
calcio lattato 308.30 6.36 6.2 - 6.5
glucosio 198.17 5.51 5.5 - 6.5
saccarosio 342.30 9.25 9.0 - 9.5
mannite 182.17 5.07 5.0 - 5.1.


osservazioneIn generale, è necessario ricordare che i danni alle cellule animali non sono dovuti esclusivamente agli insulti osmotici. Perciò, quando si mette a punto una nuova formulazione, è sempre opportuno e, in molti casi indispensabile, verificare sperimentalmente la tollerabilità della nuova preparazione rispetto al sangue, alla congiuntiva o agli altri tessuti con cui la suddetta preparazione è destinata a venire in contatto.


nanosospensioni per iniezione endovenosa

La somministrazione iv permette un accesso diretto al torrente circolatorio, ottenendo così un rapido inizio dell'effetto terapeutico (e di eventuali rezaioni avverse). Però, le formulazioni iv, oltre ai requisiti discussi in precedenza, non devono contenere particelle solide aventi dimensioni superiori a 5 mm, in modo da garantire un certo margine per evitare l'occlusione dei capillari polmonari (6 mm) durante il loro attraversamento. Questa è la ragione per cui nella pratica corrente le preparazioni iv sono essenzialmente soluzioni.

sintering e ripening
la fig a destra rappresenta schematicamente i fenomeni di sintering e ripening di Ostwald. a) sintering: particelle individuali si combinano in un aggregato delimitato da interfacce che le separano le une con le altre; b) ripening: varie particelle si agglomerano in un insieme unico. Entrambi i processi avvengono con riduzione della superficie delle particelle disperse.
Nel caso di farmaci poco solubili in veicoli acquosi (oppure nei casi in cui la salificazione non sia consigliata), si può ricorrere a cosolventi (alcol e glicoli) o tensioattivi che possono permettere di solubilizzare il farmaco alla necessaria concentrazione. D'altra parte, questa alternativa presenta problemi legati alla tossicità dei cosolventi e segnatamente dei tensioattivi. Proprio i tensioattivi sono responsabili di fenomeni irritativi e infiammatori localizzati nel punto d'iniezione o a carico dei vasi venosi (flebiti). Per questa ragione, particolarmente per i farmaci destinati ad una terapia prolungata nel tempo, tali formulazioni sono considerate di nicchia.

Un'alternativa all'uso di cosolventi e tensioattivi è costituita dai sistemi colloidali costituiti da emulsioni o liposomi veicolanti il farmaco insolubile in acqua. Tra i sistemi colloidali si possono includere le nanosospensioni: dispersioni in adatto veicolo di particelle solide con dimensioni medie non superiori a qualche centinaio di nanometri (ben sotto la soglia dei 6 mm). Particolarmente le formulazioni in nanotecnologia, però, hanno uno svantaggio rispetto alle emulsioni o le micelle lipidiche: la loro struttura non rigida, infatti, ne consente una certa deformazione, permettendo loro di attraversare anche capillari di sezione inferiore al proprio diametro. Un altro problema delle nanosospensioni è la reciproca aggregazione delle particelle, fenomeno che si può contrastare con agenti tensioattivi per formulazioni iniettive (es. fosfolipidi, poloxomeri e polisorbato 80). Questa aggregazione nota come "Ostwald sintering e ripening" è illustrata schematicamente nella figura a fianco.

I principali aspetti critici connessi con la somministrazione iv di nanosospensioni sono costituiti da embolia polmonare, irritazione vascolare, flebiti, ecc. Ed a questi problemi si aggiunge la possibile formazione di polimorfi durante il processo produttivo; inoltre la sterilizzazione mediante filtraggio non può essere applicata per la possibile occlusione dei filtri.

preparazioni parenterali ad azione ritardo

Per modificare la durata dell'azione terapeutica, si può ricorrere a tecniche di somnministrazione, mezzi farmacologici, chimici e tecnologici. Per concretizzare le idee, citiamo due specialità medicinali che permettono considerazioni di carattere generale:

CELESTONE CRONODOSE®: è costituito da betametasone fosfato disodico e betametasone acetato in veicolo acquoso. Il betametasone fosfato disodico presente come fase soluta, garantisce una pronta risposta terapeutica. Il betametasone acetato presente in sospensione come fase dispersa, permette un effetto protratto per qualche giorno.

DEPO MEDROL®: è costituito da metilprednisolone acetato in sospensione acquosa. In questo caso, i livelli terapeutici si mantengono per circa 10 gg e quindi, l'impiego terapeutico è adatto al trattamento di fatti infiammatori non episodici (rinite allergica, vasomotoria, ecc.) o cronici.

Entrambe le specialità sono sostanze ormonali: in questo caso, il rilascio del farmaco è parzialmente modulato dal ritmo circadiano di secrezione surrenalica, che prolunga ulteriormente la permanenza nell'organismo. D'altra parte, in caso di problemi di carattere clinico, le forme ritardo hanno lo svantaggio di non permettere l'immediata sospensione dl trattamento (fanno eccezione i sistemi transdermici); in questo caso, si può, per quanto possibile , con limitati risultati, ricorrere a mezzi che aumentino l'escrezione renale per accelerare l'eliminazione del farmaco.


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