stabilizzanti

Per la stabilizzazione di un farmaco, oltre a procedimenti fisici, chimico-fisici e/o antimicrobici, può essere necessaria l'aggiunta di particolari additivi, detti stabilizzanti.
Gli additivi vengono impiegati solo dopo aver escluso la possibilità di incompatibilità con il principo attivo ed altri eccipienti. Inoltre, l'aggiunta è consentita, in concentrazioni molto basse, solo se gli additivi sono tali da non provocare effetti farmacologici o tossici di qualsiasi tipo.

Qui di séguito sono riportati i principali stabilizzanti utilizzati con le rispettive concentrazioni massime tollerate (i valori possono variare a seconda della via di somministrazione cui è destinato il farmaco). Per alcuni additivi si sono riscontrati effetti secondari peraltro limitati a casi di intolleranza e comunque non alle concentrazioni ammesse.

  1. antiossidanti: proteggono le sostanze, particolarmente quelle ricche di doppi legami, dall'azione della luce, dell'aria e di altri agenti ossidanti.

  2. complessanti: eliminano mediante chelazione gli ioni metallici eventualmente presenti in una soluzione, bloccandone la possibile attività catalitica nei processi ossidativi dei farmaci.

  3. antibatterici e antimuffe: sono classificati battericidi i conservanti atti a mantenere la sterilità nelle preparazioni multidose in modo da limitarne la contaminazione dopo l'apertura. Sono antimuffe i conservanti destinati all'inibizione della crescita batterica in preparazioni non sterili (sciroppi, unguenti, ecc.)

  4. tamponi: il pH delle soluzioni e delle sospeensioni acquose influenza i processi di idrolisi, di decarbossilazione e racemizzazione dei princìpi attivi. Per questo, occorre mantenere costante il pH ottimale per minimizzare tali reazioni di degradazione. In generale, si usano tamponi borati (Na2B4O7/HCl, Na2B4O7/NaOH) per le preparazioni oftalmiche; i tamponi fosfato (Na2HPO4/CH3COOH) per l'uso orale; i tamponi acetati, fosfati e citrati, per le preparazioni iniettabili.

coloranti

giallo chinolina E104 SP
blu patent V E131 S
giallo arancio E110 T
indigotina E132 A
caramello E150 SP
giallo tartrazina E102 T
verde S E142 S
rosso cocciniglia E124 T
biossido di titanio E171
Sono gli additivi più discussi in quanto il loro vantaggio è solo di natura estetica. Vengono aggiunti ai medicinali ed agli alimenti pre renderli più appetibili. D'altra parte, presentano un certo effetto placebo: il blu dà i migliori risultati contro l'ansia e l'insufficienza cardiaca, mentre è sconsigliabile l'arancio. Il giallo offre i migliori risultati per la depressione, ed insieme al blu è consigliabile per i farmaci antspastici. Infine, per i farmaci epatoprotettori, sono sconsigliabili il verde ed il giallo.

La tabella a fianco (i cui colori sono solo indicativi) elenca i coloranti utilizzati per alcune specialità medicinali: sciroppi, collutori, soluzioni bevibili.
chiave di lettura: SP = sconsigliato per uso pediatrico; S = sospetto; T = tossico, possibili effetti mutageni ed allergici, A = può indurre allergie.

Occorre sottolineare che i coloranti ammessi sono tutti idrosolubili per evitare rischi di accumulo. Comunque, l'elenco riportato si commenta da solo.


diluenti per polveri1 diluenti per soluzioni2 addensanti3 tensioattivi4 grassi e cere5 6 granulometria7 scorrevolezza delle polveri8 gel polimerici9
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Marcello Guidotti, copyright 2003
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