sterilizzazione

La sterilizazzione è un processo che provoca la distruzione dei microorganismi patogeni e non, presenti nei liquidi, nei solidi o nell'atmosfera. Le tecniche utilizzate prevedono la sterilizzazione termica, per filtrazione, con mezzi chimici e mediante radiazioni.

Sterilizzazione termica: si effettua dopo aver confezionato la preparaione nel suo recipiente definitivo che, se chiuso ermeticamente, rende impossibile qualsiasi contaminazione fino all'apertura del contenitore. Sono applicate due tecniche di sterilizzazione a mezzo del calore:

  1. calore secco: si effettua operando a circa 180 oC su oggetti caratterizzati da resistenza termica adatta, quindi essenzialmente materiale metallico e vetreria. data la limitata conducibilità termica dell'aria, l'equilibrio termico del materiale da sterilizzare vuiene raggiunto (per convezione) dopo un certo tempo. Per facilitare il processo si utilizzano sistemi di ventilazione ad aria forzata, curando di non riempire troppo la stufa per facilitare la circolazione dell'aria.

  2. calore umido: si effettua in autoclave. In questa apparecchiatura si adopera vapor acqueo che peresnta il vantaggio di un'alta capacità termica unita alla facilità di penetrazione tra le fibre dei tessuti e nei corpi porosi.
    autocalve Herald
    autoclave Rodwell mod. Herald www.newtec.it/herald.htm
    L'autoclave è costituita da un contenitore in acciaio, dotato di un portello che può essere chiuso eremeticamente dall'esterno. Posto nel contenitore il materiale da sterilizzare e serrato il coperchio, si fa penetrare all'interno, attarverso appositi condotti, il vapore acqueo proveniente da una caldaia e spinto nell'autoclave da una pompa. L'aria inizialmente contenuta nell'autoclave viene fatta uscire fino a che nel suo interno rimane unicamente vapore acqueo sotto pressione. La pressione che si raggiunge all'interno è circa 6.9·10-3 kPa (0.7 atm) superiore a quella normale, cui corrisponde una temperatura del vapor acqueo poco superiore a 115 oC. Va tenuto presente che tutte le forme di batteri, muffe, lieviti muoiono dopo soli pochi minuti di esposizione a 100 oC, e che le spore più resistenti (ad es. quelle del bacillo del tetano) muoiono a 115 oC in 15'. Normalmente una buona sterilizzazione viene protratta per 20'. Si ha così la garanzia che tutte le forme patogene e non, di qualsiasi tipo sono morte e quindi il materiale all'interno dell'autoclave è perfettamente sterile.

sterilizzazione per filtrazione: si applica a tutti i sistemi liquidi e gassosi, in particolare alle sostanze termolabili. Il suo impiego è molto diffuso in quanto la chimica permette la preparazione e l'isolamento di princìpi attivi sempre più sensibili ad altri trattamenti. virusUn filtro è costituito da materiale poroso attraverso il quale viene fatta passare la soluzione da sterilizzare; il diametro dei pori deve essere tale da permettere il passaggio del liquido, ma impedire il passaggio dei microrganismi. Le dimensioni delle particelle che devono essere eliminate nella sterilizzazione per filtrazione sono molto variabili: le cellule batteriche più grandi possono avere diametro superiore al 10 mm mentre le dimensioni di alcuni batteri possono essere inferiori a 0,3 mm I filtri sono usati frequentemente anche in virologia (i virus, sono di dimensioni ancora più piccole, circa 10 nm).

sterilizzazione degli ambienti

la sterilizzazione per mezzo del calore non è generalmente applicabile agli antibiotici ed alle sospensioni, siano esse finite o polveri da sciogliere al momento dell'uso, in quanto si rischierebbe di alterarne la stabilità. Per questo si adotta la preparazione asettica: ogni costituente dewlla preparazione durante la suddivisione in fiale o l'inflaconamento, viene trattato asetticamente operando in ambienti setrili. A tale scopo, i locali di lavorazione, in cui l'aria è condizionata e filtrata, sono sottoposti ad una leggera sovrapressione ripsetto all'esetrno e si irradiano con raggi ultravioletti (lunghezza d'onda 10-6 - 10-8), dotati di un potente effetto battericida e quindi molto utili per setrilizzare l'aria e le superfici lisce. Questi raggi penetrano pochissimo nei tessuti organici e sono quasi completamente assorbiti dal vetro, per cui possono essere utilmente impiegati senza danneggiare le persone con cui vengono a contatto. In tal modo, nell'ambiente mantenuto il più possibile sterile, possono continuare a lavorare le persone addette (indossando occhiali di protezione).

sterilizzazione con mezzi chimici

La crescita dei microrganismi può essere controllata, oltre che con il calore, anche mediante l’uso di agenti chimici. Un agente antimicrobico è un composto chimico che uccide i microrganismi o ne inibisce la crescita e può essere sia un composto naturale che un composto chimico di sintesi. Spesso, per designare sostanze dotate di questo tipo di attività, si utilizzano parole composte dal nome del tipo di microrganismo che ne subisce l'azione e dal suffisso cida o statico, che indicano rispettivamente se il composto determini la morte o semplicemente inibisca la crescita del microrganismo. Quindi, un fungicida sarà un composto che provoca la morte di funghi, ma non necessariamente di batteri o alghe, mentre un batteriostatico sarà un composto che inibisce la crescita di batteri. ma non necessariamente di altri tipi di microrganismi.
La distinzione tra la capacità di un composto di determinare la morte o l'inibizione della crescita di microrganismi è spesso arbitraria, in quanto lo stesso composto può essere letale ad alte concentrazioni, mentre, a basse concentrazioni, può limitarsi ad avere effetto inibente. Per essere efficace, un agente inibente la crescita deve essere costantemente presente, poiché se viene rimosso o neutralizzato, il microrganismo che ne subisce l'azione potrebbe, se le condizioni sono favorevoli, ricominciare a crescere. antisettici gassosi: sono utilizzati formaldeide, ozono e ossido di etilene.


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Marcello Guidotti, copyright 2003
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