preparazioni omeopatiche

Secondo la FU ed. XI, le preparazioni omeopatiche sono ottenute da sostanze, prodotti o preparazioni chiamate "materiali di partenza", in accordo con un procedimento di produzione omeopatico. Una preparazione omeopatica è generalmente indicata con il nome latino del materiale di partenza, seguìto dal grado di diluizione.

materie prime
Le materie prime utilizzate per la preparazione delle proparazioni omeopatiche sono di origine vegetale, chimica, minerale o animale.
Deve essere dimostrato che le materie prime di origine animale siano esenti da qualunque agente patogeno. Le materie prime di origine vegetale o animale possono essere utilizzate allo stato fresco o essiccato. Nei casi appropriati le materie prime utilizzate allo stato fresco possono essere conservate congelate.
Materie prime di origine vegetale soddisfano a quanto prescritto nella monografia Droghe vegetali per preparazioni omeopatiche (2045).
[... omissis...]

Il codice comunitario (Titolo I, Art. 1, punto 1, comma d) deifinisce
medicinale omeopatico: ogni medicinale ottenuto a partire da sostanze denominate materiali di partenza per preparazioni omeopatiche o ceppi omeopatici, secondo un processo di produzione omeopatico descritto dalla farmacopea europea o, in assenza di tale descrizione, dalle farmacopee utilizzate ufficialmente negli Stati membri della Comunità europea; un medicinale omeopatico può contenere più sostanze;

Segue dalla definizione normativa che il medicinale omeopatico è un medicinale a tutti gli effetti e quindi implicitamente viene definito anche dalla sua presentazione come tale (Titolo I, Art. 1, punto 1 comma a, b). Pertanto la sua esitazione ricade nella disciplina dei medicinali (vedasi Cassazione VI sez. penale - sentenza n. 34200 del 6 - 11 - 2007)

Rimandando alla F.U. per uteriori definizioni, requisiti e saggi, quanto segue riporta alcune notizie sull'omeopatia reperibili in rete. La finalità è quella di fornire allo studente un minimo di informazione sull'argomento in oggetto. Per qualsiasi ulteriore approfondimento, si rimanda alla letteratura in materia. Per quanto riguarda le diluizioni omeopatiche si può far riferimento a un cenno dato in questo sito.

un medico allopatico

tratto da: www.mammaepapa.it

D: Omeopatia e placebo

Utilizzo una pomatina a base di Arnica per contusioni varie e sembra che funzioni. L'omeopatia agisce anche sui bambini dove non dovrebbe esistere l'effetto placebo? Quando e per cosa utilizzare prodotti omoeopatici?

risponde per Pediatria OnLine il Dott. Giuseppe Varrasi, pediatra

R: Ci sono almeno tre obiezioni da fare, dal punto di vista scientifico:

non è vero che non esiste il placebo nei bambini: nell'applicare la pomata lei coccola il bambino, gli dimostra la sua attenzione e ne allevia l'ansia. E' perfettamente dimostrato, già dall'età del lattante, che le premure della mamma alleviano le coliche gassose al pari di farmaci o altre terapie;

esiste comunque un "placebo del genitore": fare una cura, quale che sia, spesso genera comunque un sentimento positivo ("sto facendo qualcosa di utile, per il suo bene"), che può ovviamente influenzare la valutazione dei risultati;

"sembra che funzioni" non è una prova scientifica: se volessimo esserne sicuri, dovremmo comparare diversi prodotti (fra cui anche una crema inerte, come placebo) e verificarne gli effetti; dovremmo selezionare i pazienti perché abbiano contusioni di entità simile; dovremmo metterci d'accordo su come valutare gli effetti (gonfiore? colore dell'ecchimosi? tempo necessario perché la pelle torni normale?).

Vede che, se non teniamo conto di questo, rimaniamo a livello di impressioni soggettive e, per questo, poco utili alla conoscenza medica. Quando la pratica omeopatica avrà dato risposta (in termini scientificamente corretti) a questi dubbi, potrà essere considerata una terapia efficace. Altrimenti, rimarrà un costoso placebo.

l'omeopatia è solo un effetto placebo?

tratto da: www.omeopatia.org/sub_index/persapernedipiu.html
Scuola di Medicina Omeopatica di Verona

Questa è la critica preliminare che viene comunemente rivolta all'omeopatia: i risultati clinici ottenuti dall'omeopatia sono frutto solo di una suggestione psicologica, detta effetto placebo. Per discutere questo punto, intanto ci chiediamo: che cos'è, in medicina, l'effetto placebo? Dal Dizionario Medico Illustrato Dorland si legge:
effetto placebo: effetto specifico psicologico e psicofisiologico prodotto da un placebo.
placebo: sostanza inattiva che viene somministrata al paziente come se fosse un vero farmaco ed allo scopo di soddisfarlo... Così si definiscono anche tutte quelle procedure atte a svolgere un ruolo (secondo scopi preordinati), ma prive di uno specifico valore intrinseco. Da questa definizione, si deduce che, se sosteniamo che il farmaco omeopatico è un placebo, gli unici effetti del farmaco stesso sono di natura psicologica, cioè dipendono in sostanza dal rapporto medico-paziente.
A tal proposito, bisogna notare che:

- poiché tutti i farmaci sono di norma prescritti all'interno di un rapporto medico - paziente, anche l'effetto di un farmaco allopatico risente dell'effetto placebo: per es., se un persona ha mal di testa, ed il medico prescrive un antidolorifico, il dolore passa, ma non è detto che ciò sia dovuto al farmaco. Potrebbe essere dovuto totalmente od in parte alla suggestione operata dal medico, detta effetto placebo. Se sosteniamo che i risultati clinici dell'omeopatia sono dovuti solo all'effetto placebo, anche molti risultati della medicina ufficiale (l'allopatia) dipendono dall'effetto placebo...

- Ora, come si può distinguere quali siano i reali effetti di un farmaco ed a differenziarli dall'effetto placebo? In medicina scientifica si studiano i farmaci nei cosiddetti studi con gruppo di controllo "in doppio cieco".
In tali studi, al gruppo - A - si prescrive il farmaco, al gruppo - B - si prescrive una sostanza inerte (placebo), che esternamente è uguale al farmaco. Né i pazienti dei due gruppi, né i medici direttamente coinvolti nell'esperienza sanno a quale gruppo sia stato somministrato il farmaco o il placebo. Nel tempo, vengono valutati gli effetti riscontrati nei due gruppi: in tal modo, si può distinguere fra gli effetti del farmaco e quelli della suggestione psicologica.

- Chi sostiene che tutti gli effetti clinici dell'omeopatia sono dovuti ad un effetto placebo, e che quindi un buon colloquio medico - paziente sostituisce il farmaco omeopatico (che "è solo acqua fresca"), implicitamente afferma anche che tutti i farmaci, per essere considerati farmaci veri, devono essere stati studiati contro placebo, cioè con gruppo di controllo in doppio cieco. Ad una analisi più attenta però, molti metodi di cura normalmente impiegati in medicina ufficiale non sono mai stati studiati in questo modo,: se applichiamo con rigore esclusivamente il metodo del doppio cieco per convalidare una terapia, diverse terapie ufficiali in uso dovrebbero essere interrotte.

- è opportuno operare una distinzione fra medicina scientifica e quella clinica. La prima utilizza procedure scientifiche e controllate (come gli studi con gruppo di controllo), la seconda invece utilizza l'esperienza di un medico o di un gruppo di medici. Se noi pretendiamo di usare solo la medicina strettamente scientifica, si arriva ad un blocco terapeutico; se si utilizza solo la medicina clinica, vi è il grosso rischio che siano utilizzate terapie senza un vero fondamento scientifico. Chiaramente, i risultati migliori si ottengono usando le conoscenze che vengono da entrambi le medicine, senza pretendere che una delle due sia depositaria della "verità".

- La domanda - chiave è: quali sono le basi scientifiche e cliniche dell'omeopatia?
Basi scientifiche. Fino ad oggi, l'omeopatia è stata poco studiata con gruppi di controllo: questo non significa che non sia possibile farlo. Infatti, alcuni studi con gruppi di controllo sono stati recentemente eseguiti, ed in diversi studi, che abbiano rispettato la specificità del metodo omeopatico, è stato dimostrato che il farmaco omeopatico ha una sua azione autonoma non imputabile all'effetto placebo.
Basi cliniche. L'omeopatia ha circa duecento anni di storia. Molti dei farmaci impiegati hanno dato ottimi risultati clinici in questo periodo di tempo, su decine di milioni di persone. Molti farmaci usati nell'allopatia, sono usati da non più di 20 anni, e diversi solo da alcuni anni: quindi, da questo punto di vista, i farmaci allopatici sono usati con conoscenze cliniche inferiori a quelle dei farmaci omeopatici. A conferma di ciò, mentre in omeopatia i farmaci scoperti anche 200 anni fa sono ancora oggi usati, perché danno buoni risultati, molti farmaci allopatici dello stesso periodo sono stati eliminati perché inefficaci o tossici.

Vi sono altre prove che i farmaci omeopatici hanno una specifica azione, non dipendente solo dall'effetto placebo, tra le tante: l'effetto placebo funziona soprattutto nelle malattie psicologiche o psicosomatiche. Provate a far passare un'otite in un bambino solo con dello zucchero, dicendogli che è una medicina molto potente... ! Su questo punto, molti genitori possono testimoniare che un corretto farmaco omeopatico può curare un bambino con una otite acuta.
In sintesi: il farmaco omeopatico ha una sua specifica azione terapeutica non spiegabile solo con l'effetto placebo.


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