Henné

lawsonia inermis ( henné )L'Henna, Lawsonia inermis, un arbusto non spinoso (foto a dx), produce una molecola di colorante rosso scuro, noto anche come acido hennotannico, presente nelle foglie della pianta di henné e jewelweed; la concentrazione maggiore si trova nel picciolo della foglia. Questa molecola ha una affinità di legame con le proteine, e quindi è stata usata per tingere pelle, capelli, unghie, cuoio, seta e lana. I prodotti commercializzati come "henné nero" o "henné neutro" non sono fatti da henné, ma possono essere derivati da piante di indigosfera tinctoria (foto a sx).

indigosfera tinctoria ( indaco ) L'Henna è presente nelle zone aride tropicali, soprattutto a latitudini tra 15º N e 25º S dall'Africa al bordo occidentale del Pacifico, e produce più alto contenuto di colorante a temperature comprese tra 35 e 45 ºC. Non prospera dove le temperature minime sono sotto 11 º C. Temperature inferiori a 5 ºC uccidono la pianta di henné.

L'indigo, impropriamente chiamato henné nero, è la polvere che si ricava dalla fermentazione e dall'essiccazione delle foglie della pianta tropicale Indigofera Tinctoria (foto a sx), la pianta di indaco naturale; il colore verde - come in tutte le piante verdi - è dovuto all clorofilla nelle foglie, quello dei fiori deriva da un colorante appartenente al gruppo degli antociani. Il colorante blu indigotina che si ottiene da tale pianta, di per sé non è presente; invece c'è il precursore indicano, quasi incolore (giallognolo). Per ottenere il colore, le foglie vengono immerse in cisterne colme d'acqua e lasciate fermentare in modo che il glucoside indicano si trasformi nel colorante azzurro indigotina. Il pigmento ottenuto viene poi trattato con alcali, pressato in appositi stampi ed essiccato. Al termine del processo si ottiene una polvere verde a granulazione fine con caratteristiche coloranti. L'indigo (il colore dello spettro elettromagnetico compreso tra circa 420 e 450 nm di lunghezza d'onda, collocato tra il blu e viola) è utilizzato da solo o in combinazione con l'henné rosso per tingere capelli e tessuti.

L'henné era già noto nell'antico Egitto ed il suo utilizzo è largamente diffuso in India e nell'Africa del nord. L'uso dell'henné è consigliato a chi ha la cute grassa, forfora, capelli fragili, opachi, sottili, sfibrati, o con doppie punte, poiché attenua questi problemi conferendo luminosità alla capigliatura. L'henné, al contrario delle tinture chimiche, non penetra ma si deposita e si lega alle squame della cuticola del capello aumentandone il diametro e quindi conferendogli un certo volume.

tintura per capelli

L'henné, così come nasce dalla pianta, è l'unica erba che tinge i capelli in modo permanente senza bisogno di altri ingredienti. Di costo contenuto, dà un colore rosso ramato. E' venduta in polvere anche sfusa (pratica commerciale che dovrebbe essere riservata ai soli erboristi) ottenuta da foglie polverizzate. Più l'henné è fresco, ricavato da foglie fresche e sane ed essiccato rapidamente lontano dalla luce, tanto più è verde e tanto più tinge i capelli di rosso ramato. Al contrario, il cosiddetto henné neutro, che in realtà è cassia obovata, è una polvere non colorante che dovrebbe servire per migliorare i capelli senza tingerli, rendendoli più lucidi, più soffici e riducendo il grasso in eccesso.

L'uso tradizionale della cassia obovata è come lassativo. I principali componenti attivi di questo farmaco lassativo sono sennosidi A e B. Gli usi tradizionali di interesse dermatologico della cassia obovata riguardano alcuni componenti che sono fissati alla cheratina. Capelli ossigenati e, in misura minore, capelli chiari e bianchi, assumono tonalità del colore dei marroni con intenistà differenti in base al tempo di trattamento. Il capello assorbe i componenti della cassia obovata con un processo diffusivo, veloce nei capelli ossigenati ma praticamente nullo nei capelli scuri. I capelli trattati con cassia obovara diventano meno idrofili: l'assorbimento di acqua di capelli ossigenati è diminuito del 25%. Le curve di stress a torsione e rottura dei singoli capelli, dopo il drastico trattamento con cassai obovata, mostrano che le proprietà meccaniche dei capelli trattati non sono molto cambiate, ma nell'insieme sono meno omogenei e presentano una certa arricciatura. *.

*Int J Cosmet Sci. 1981 Oct 1;3(5):211-226

La colorazione ottenuta con l'henné non è costante: dipende dal colore di base e dalla porosità del capello. Ci sono capelli che prendono di più il colore e altri che lo prendono meno. L'unica cosa certa è che i risultati (per le donne) sono sempre gradevoli, caldi.
L'henné tinge, non decolora, però è importante che il colore di base non sia biondo chiaro o bianco perché in questo caso si ottiene una tonalità carota.

Se i capelli bianchi sono pochi, l'effetto carota è poco visibile, ma se sono molti, specialmente sul davanti, occorre utilizzare i cosiddetti henné "virati". Cioè, la polvere henné e di base alla quale sono stati addizionati altri coloranti vegetali che "virano" il rosso ramato dell'henné verso il bruno, il castano, il biondo, il mogano. Il problema è che questi henné "virati" possono tradire il consumatore due volte: la prima, con l'uso improprio di henné; la seconda, con la possibilità che siano addizionati con fissativi sintetici.

Mentre l'henné naturale è una tintura vera e propria, cioè colora intensamente, coprendo completamente i bianchi (sebbene con il color carota), l'henné trattato con il viraggio perde di mordente e diventa un riflessante e quindi non lo si può usare per cambiare completamente il colore dei capelli. Se lo si applica sui capelli bianchi non li rende uguali agli altri: i capelli bianchi si mascherano, si avvicinano al colore degli altri, ma restano sempre un po' più chiari; naturalmente ripetendo le applicazioni si mascherano sempre meglio; si possono usare anche mescolati, henné naturale e riflessante nero o castano, in questo modo resta il colore caldo e intenso dell'henné però i bianchi sono più spenti, più smorzati, con minor riflesso color carota. Per chi vuole cambiare completamente il colore dei capelli senza farli rosso rame ci sono altre tinture anche alle erbe, ma non sono completamente naturali.

La versione più diffusa è la tintura di henné per capelli: un infuso ottenuto addizionando alla polvere contenuta in una ciotola (circa 100gr per capelli corti, la quantità aumenta in proporzione a lunghezza e spessore del capello), acqua calda (oppure del tè, per ottenere una tonalità di rosso più acceso). Per fissare il colore si acidifica con un cucchiaino di succo di limone o, aceto; oppure, per evitare che i capelli si secchino si può miscelare l'infuso con yogurt acido, fino ad ottenere un fluido omogeneo che dovrà essere lasciato a riposo fino a quando assumerà una colorazione marrone-rossiccio).
Per evitare di sporcarsi fronte e orecchie (dato che la tintura una volta assorbita non è facilmente eliminabile), è utile ungersi con olio o crema grassa: le sostanze oleose non permettono all'henné di attaccarsi. Poi, si procede come con una normale tintura. L'applicazione deve essere fatta con i capelli appena lavati e moderatamente asciugati (molto umidi). Si deve tenere a mente che l'applicazione dell'henné su capelli già tinti con prodotti chimici può produrre risultati esteticamente sgradevoli, così è più sicuro applicarlo solo su capelli di colore naturale o già trattati con henné.

tatoo

tatoo hennéUomini e donne di tutte le epoche, sono stati attratti dall'arte di tatuare il corpo con la tintura all'henné, per decorare la pelle in modo non permanente.
I tatuaggi all'henné, molto diffusi nellA stagione estiva, che svaniscono dopo qualche settimana e qualche doccia, non sono immuni da controindicazioni e potrebbero nuocere alla salute della pelle. Sebbene i disegni sulla pelle siano fatti con pennelli invece degli aghi tradizionali, il rischio è nella sostanza assorbita dall'epidermide.
L'Agenzia spagnola del farmaco ha rivolto una critica ad un tipo specifico di colorante proposto come innocuo. L'henné nero o indigo ricavato dall'essicazione e dalla fermentazione delle foglie della pianta tropicale indigofera tinctoria può infatti provocare allergie durature, macchie e cicatrici. Questo problema sarebbe correlabile alla parafenilendiammina che viene aggiunta all'henné per dare il colore nero, più simile a quello usato per i tatuaggi indelebili. Coloro che decidono di esporre disegni sulla propria pelle, anche se temporaneamente, è meglio che si affidino all'henné dal colore rosso-castano.


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Marcello Guidotti, copyright 2010
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