Il Ginkgo è un erba il cui successo commerciale in Italia è sostenuto da una diffusa campagna pubblicitaria (stante la sua diffusione, si può considerare una pubblicità istituzionale, cioé non legata ad uno specifico prodotto industriale) che può facilmente indurre confusione sulle sue reali proprietà. In Italia, non esistono medicinali etici o di automedicazione, a base di Ginkgo, registrati presso il Ministero della Salute; tuttavia, sono commercializzati numerosi preparati contenenti Ginkgo, presentati come prodotti omeopatici o come integratori alimentari.
Tralasciando i prodotti omeopatici, esteriormente ben riconoscibili, e facenti parte di un ristretto segmento di mercato, concentriamo l'attenzione sugli integratori alimentari.
Nel caso del Gingko, non sono previste indicazioni per la "nutrizione particolare", e non essendo un nutriente nemmeno esiste un livello raccomandato di assunzione giornaliera. Così, in questo caso, il Ministero non valuta la qualità della droga o il suo dosaggio, ma si limita a verificare il tenore delle vitamine aggiunte come eccipienti attivi alla sua formulazione. Dunque, il fatto che un prodotto "a base di Ginkgo" venga notificato, non implica particolari garanzie sul contenuto di sostanze attive caratteristiche della droga.
Il termine "dietetico" (da solo, e non nella dizione "alimento dietetico", può comparire su un'etichetta) dovrebbe indurre il consumatore a considerare il Ginkgo una sorta di vitamina da associare alle altre necessarie per mantenersi in forma. Tuttavia, il Ginkgo accanto a questa immagine di rimedio naturale utile per il benessere e privo di effetti collaterali, ne associa un'altra: quella che ricorda un "medicinale" con precise indicazioni.
I prodotti a base di Ginkgo, pur non recando alcuna indicazione terapeutica, vengono presentati come rimedi utili per:
Premesso che allo stato attuale non è registrato come medicinale etico o di automedizione alcun prodotto contenenente ginkgo, i preparati che li contengono vengono proposti ai medici ed ai farmacisti (che in qualche modo dovrebbero consigliarli), associandoli ad indicazioni vaghe e abbastanza circoscritte, spesso sostenute da ambigue pubblicazioni scientifiche:
Questi prodotti, quando commercializzati come integratori alimentari si distinguono esteriormente dai medicinali per:
A scopo di esempio, sono riassunte le caratteristiche di alcuni prodotti in commercio.
Come si vede, Ginkoret® (Tubilux-Pharma), con nome di fantasia registrato, pur autodefinito integratore dietetico ed evocando un medicinale in "forma e dose di medicamento", non è presentato come avente proprietà curative o profilattiche (contiene estratto secco al 24%).
gingko Biloba è commercializzato con il nome scientifico della pianta presente nel prodotto; utilizza un marchio, Pharbenia, dedicato alla linea Health Care della Bayer; all'interno della confezione è riportato un foglietto con il contenuto di princìpi attivi per capsula (il dosaggio per è quello raccomandato dalla farmacopea tedesca). Sebbene l'imballaggio sia simile a quello di un medicamento generico, la presentazione non vanta proprietà curative o profilattiche.
La farmacopea tedesca individua una soglia di efficacia per l'uso di gingko Biloba titolato (titolo minimo 6% in terpeni e 24% in gingkoflavonoidi). Il dosaggio giornaliero di estratto secco titolato dovrebbe variare da un minimo di 120 mg ad un massimo di 240 mg, ripartito in due somministrazioni giornaliere. Se ne sconsiglia l'uso quando contemporaneamente si assumono antiaggreganti e anticoagulanti, perché ne potrebbe potenziare l'azione.
La foto a destra mostra un prodotto contenente Ginkgo Biloba estratto secco 34% (120 mg per capsula) titolo minimo 24% ginkgoflavonolglicosidi (pari a 28,8 mg per capsula) e 6% terpenolattoni (pari a 7,2 mg per capsula).
La valutazione del contenuto in gingko è spesso difficile a causa di etichette incomplete, che specificano la massa dell'estratto ma non il titolo, o viceversa. Comunque, si possono distinguere due tipologie di prodotti a base di gingko: quelli con una certa efficacia salutistica e quelli che ne sono privi. Per esempio, un prodotto in capsule che contiene 50 mg di polvere delle foglie essiccate di gingko ha composizione inferiore a quella raccomandata: il tenore in gingkoflavonglicosidi (0,5%, cioè 0,005 × 50 = 0,25 mg) ed acidi gingkolici è molto più basso di quanto ne serva per avere una azione farmacologica (circa 10 mg). Lo stesso principio si applica ai prodotti a base di estratti di gingko meno concentrati (5-10% gingkoflavonglicosidi), o notevolmente sottopesati rispetto al valore di riferimento per l'estratto titolato di gingko EGB761.
La foto a sinistra mostra MEMORIUM GINKGO: con estratti standardizzati di Ginkgo biloba foglie e Rhodiola rosea, con olio di Pesce titolato al 50% in DHA, Fieno greco e Lecitina di Soia è utile in caso di difficoltà di memoria o di concentrazione. L'estratto di Ginkgo presente nella formulazione è fortemente titolato questo per garantire la massima efficacia del prodotto.
Però il titolo è riferito all'olio di pesce... ed infatti non riporta la dizione "integratore alimentare".
Per il ginkgo biloba, si è supposta un'azione cardioprotettiva legata alle sue proprietà vasodilatatorie e antipertensive, evidenziate da studi sugli animali. Uno studio [Am J Hypertens. 2010; 23(5):528-33] condotto su 3.069 partecipanti (età media 79 anni - sì, settantanove anni- , 46% donne, 96% di razza bianca) di cui il 54% era già iperteso al basale, il 28% veniva classificato come in pre-ipertensione e il 17% era normoteso. I risultati dello studi hanno mostrato che l'assunzione di 240 mg al giorno di estratto di Ginkgo biloba non ha ridotto i valori pressori nei soggetti ipertesi, né ha diminuito l'incidenza di nuovi casi d'ipertensione nei soggetti anziani, rispetto ai coetanei del gruppo trattato con placebo. In pratica, i due gruppi hanno mostrato le stesse evoluzioni pressorie, indipendentemente dalla condizione e dall'assunzione di farmaci antipertensivi.
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Marcello Guidotti, copyright 2005-2010
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